FRANCESCO RUTELLI

Il ricordo di Rita Levi Montalcini

Signora Presidente, se noi avessimo ricercato un'occasione nella quale dare ed ottenere un riconoscimento straordinario della condizione femminile, ebbene, pure nel dolore e in qualche modo nello sgomento per la commemorazione delle due donne alle quali il Presidente del Senato ha dedicato il suo pensiero, non ne avremmo potuto trovare una più significativa. Prima di rivolgermi con il pensiero e le parole alla senatrice Rita Levi-Montalcini, mi permetterà, signora Presidente, di premettere una parola a quanto poi dirà la collega Germontani a proposito della senatrice Donaggio. Ricordo la sua dignità, la sua coerenza politica, il suo impegno e - permettetemi di dire - il sorriso nella malattia, che non ha l'ha mai lasciata e che ha voluto donare ai suoi colleghi senatori che sapevamo della sua condizione, perché non la nascondeva, e che vedevano la sua passione bruciare più forte del male. Credo che associare queste due donne nella commemorazione di oggi sia il più grande tributo che si possa portare alla dignità della condizione femminile nella vita pubblica e civile, oltre che nel Parlamento. 


La senatrice Rita Levi-Montalcini, cui mi legava personalmente un rapporto di fraternità e di devozione - se posso usare questa espressione in senso civile - ha vissuto una esistenza ineguagliabile. Rita Levi-Montalcini ha insegnato a molti che il cervello si rigenera. Ma tutto sommato ha insegnato a tutti noi che l'esercizio della conoscenza assicura il rinnovarsi e non solo il protrarsi dell'esistenza. Rita era una donna di ferro nella sua sottigliezza fisica. Non vedeva, negli ultimi anni della sua vita, ma leggeva dentro il senso delle cose come una ragazzina. Rita Levi-Montalcini aveva un inestinguibile amore per le libertà, che certo le derivava dall'appartenenza alla comunità ebraica, dalla sofferenza per le leggi razziali e dalla battaglia incessante che ha condotto per le libertà civili e democratiche. Di lei va ricordato anche l'autentico rispetto per il fattore religioso, e per ogni convincimento religioso, nella cornice inalienabile della laicità dello Stato. Ciò che Rita Levi-Montalcini ha fatto ed ha simboleggiato per la ricerca e il sapere in Italia, ciò che essa ha fatto in quanto donna, in quanto cittadina italiana, europea e del mondo non potrà essere racchiuso da un premio Nobel: è molto di più, lo sappiamo, e la sua memoria, non solo nell'Aula del Senato, ma anche nella coscienza del popolo italiano e della comunità internazionale, rimarrà per sempre. Voglio anche ricordare di Rita Levi-Montalcini la dimensione politica.

Lei ha partecipato come senatrice a vita: spesso si dibatte sul senso della funzione dei senatori a vita, ma io voglio ricordare che nella tenace sua partecipazione, anche ad alcuni voti di fiducia nella passata legislatura, c'era uno degli elementi della coerenza del suo operato di donna, e di donna anche politica, come il riconoscimento della carica di senatrice a vita le aveva attribuito quale funzione, nell'interesse generale che esercitava secondo i propri convincimenti. Concludo, signora Presidente, ricordando l'onore che mi ha fatto e ci ha fatto la senatrice Levi-Montalcini nel sottoscrivere, tra gli ultimi atti della sua vita parlamentare, alcuni documenti che io stesso ho presentato e che l'Assemblea del Senato ha approvato: ricordo quello del 2010 sui cambiamenti climatici e la sicurezza energetica e, precedentemente, quello riguardante il contrasto alla corruzione.  Rita Levi-Montalcini, scienziata, donna, combattente per la libertà, figura di straordinario equilibrio politico e personale e di straordinaria dignità civile, oggi merita di essere ricordata, assieme ai suoi collaboratori. 

A questi ultimi va la fiducia e l'apprezzamento per la generosità del lavoro svolto accanto a lei, spesso con fatica e con grande dedizione, sempre con grande apertura culturale, scientifica e civile: voglio ringraziarli qui (alcuni sono presenti nelle tribune), così come voglio ringraziare i suoi familiari e chi porta il suo nome onorato e lo difenderà ancora con la Fondazione e le altre attività scientifiche di cui sono fautori e continuatori. La seduta di oggi, pur svolta al termine della legislatura, ci ricorda che si conclude la vita di due donne - voglio ribadirlo - che hanno dato molto, nella diversità delle loro esperienze. C'è una grande dignità nella seduta odierna del Senato.  

Spero, signora Presidente, che il futuro Presidente della Repubblica ricordi che le donne senatrici a vita sono state una minoranza estrema nel corso della vicenda costituzionale e repubblicana, ma forse meritano di essere più numerose. Infatti, vi sono molte donne accanto agli uomini che avrebbero meritato di essere senatrici a vita e forse nella prossima legislatura il futuro Presidente della Repubblica potrà prendere l'esempio luminoso di Rita Levi-Montalcini per proseguire su questa strada dando, non nell'equilibrio aritmetico ma in quello politico, sociale e rappresentativo, riconoscimento al ruolo delle donne nella società italiana che nella figura di Rita Levi-Montalcini si è riassunto così meravigliosamente.

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