FRANCESCO RUTELLI

Rutelli: l'India cambia le carte in tavola sui Marò per motivi politici interni.

I comportamenti giuridici e politici indiani sulla vicenda Marò sono inaccettabili, sino alla minaccia di arrivare alla pena di morte per un presunto reato per cui non c'è giurisdizione interna, e in violazione degli accordi giudiziari già stabiliti. Dopo la cancellazione degli accordi per le forniture Finmeccanica, l'Italia sta prendendo una sberla dietro l'altra da un paese che è certamente una grande potenza economica, ma che sta "infiammando senza necessità le tensioni" con paesi amici e alleati (come scrive la CNN). La necessità, per il vero, è puramente la convenienza elettorale: l'opposizione nazionalista soffia sul fuoco, e il governo Singh sbanda, in un gioco delle parti intollerabile.
 

Spicca, purtroppo, l'incapacità del Governo italiano di ottenere solidarietà efficaci in sedi UE (fa bene il Commissario Tajani a mettere in discussione l'accordo commerciale Europa-India) e internazionali. E' interessante vedere che gli USA - pur legati con l'India in chiave di equilibrio verso la Cina, e con un interscambio annuo di 100 miliardi di $ - stanno manifestando malessere verso l'alleato di Delhi. Un piccolo/significativo indizio: la vicenda Khobragade, la viceconsole indiana a New York, indagata per frode nei visti e false dichiarazioni (sul "trattamento degradante e in stato di costrizione" del lavoro domestico presso sedi diplomatiche indiane), sottoposta a misure severe e quindi rispedita a Delhi. Le forti reazioni di piazza in India non hanno scosso il Dipartimento di Stato. 

Il Governo Letta spera che passino le elezioni in India. Ma le sole assicurazioni verbali e le andate/ritorni (tutti assurdi) dei due Marò, ad oggi, non rassicurano affatto.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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